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Foggia Film Festival"Per l'efficace fotografia sociale dell'Italia, attraverso un reportage sul viaggio di tanti giovani che, con un biglietto di sola andata, partono alla ricerca di una nuova vita all’estero, tra emozioni e nostalgia per il proprio Paese, senza perdere la speranza verso il futuro. Uno strumento di riflessione sull’esodo di capitale umano.’ (La giuria del Foggia Film Festival presieduta da Sergio Rubini)"ingrandisciAnna, Veterinaria a Vienna“L’Italia mi ha costretto ad andarmene. E questo non glielo perdonerò mai. Non c’è molta attenzione per i giovani, è un Paese di vecchi dove troppe risorse sono investite per i vecchi. Che non sono un problema, per la nostra società, ma il futuro siamo noi... e questo paese costringe i giovani a troppe cose. Anche ad andare via.”.ingrandisciAnna, Veterinaria a Vienna"Alcune persone mi hanno detto che forse sono stata un po’ vigliacca ad andarmene. Ho preferito cercare la strada più semplice, scappando dalle difficoltà... ma per me non è così. Vivere lontano da casa, in un paese straniero, può essere veramente difficile a volte. L’ottimismo è fondamentale”.ingrandisciCamilla, laureata, vive a Bergen“Mi piace l’idea che esista un paese dove a 27 anni sei trattato come un adulto, dove hai il diritto ad avere un lavoro stabile, a crearti una famiglia, a comprare una casa. Questo Paese purtroppo non è l’Italia. Qui in Norvegia a 27 anni sei a tutti gli effetti un adulto, con delle responsabilità, che non deve rincorrere uno stage non retribuito o vivere a 35 anni ancora con i suoi o in un appartamento condiviso”.ingrandisciNicola, insegnante, vive a Tenerife“Credo che mia madre all’inizio si sia sentita un po’ divisa, interiormente, quando le ho detto che ero stato assunto a tempo indeterminato come professore d’Italiano. Divisa tra l’essere felice per me e il pensiero che probabilmente non sarei più tornato stabilmente in Italia. Ora la prende in modo più ragionevole, ha superato la fase ‘egoistica’ della classica mamma italiana! Se sono felice io, lei è felice per me”.ingrandisciMauro, musicista jazz di successo, vive a Parigi“Vivo a Parigi da quasi quindici anni ormai. Effettivamente, avrei potuto accontentarmi del mare, del sole, della luce della Puglia... delle belle cose che ci sono in Italia...ma non vedevo futuro. Sentivo di lottare con un ambiente in cui tutto era molto più lento, soprattutto le cose non partivano dal basso; partono - ancora adesso forse - solo dall’alto. E arrivando qui invece ho scoperto una dimensione diversa, soprattutto per l’interesse dato dallo Stato alla cultura e all’arte. Eppure, ogni volta che torno in Italia, ancora oggi ho difficoltà enormi a ripartire...”ingrandisciMilena, docente di Lettere Università di Parigi“A un certo punto ho capito che non bastava aver conseguito laurea e dottorato in Italia per poter insegnare; qui invece esiste un concorso nazionale. La differenza col sistema italiano è abissale. Non devo ringraziare nessuno per questo posto. Ho passato il concorso e così in questo momento sto insegnando al liceo, italiano, e Letterature Comparate all’Università di Parigi. Non so se tornerò in Italia ma vorrei che i miei figli fossero italiani. Non mi immagino un ‘per sempre’ qua. Perchè mi immagino sempre italiana”.