NOTE DI PRODUZIONE

IL PROGETTO le motivazioni dell'autrice

L’idea di questo documentario è nata quella che ho identificato come un’urgenza sociale che sentivo crescere da tempo dentro di me, osservando mano mano partire la maggior parte dei miei amici e colleghi, alcuni dei quali spinti non proprio dalla fisiologica curiosità e voglia di fare una esperienza all’estero, quanto piuttosto dalla necessità economica e dalla mancanza di alternative per potersi mantenere e uscire dal precariato ed entrare nella vita adulta.
Le migrazioni esistono da sempre in tutto il mondo, certo, ma numeri e moventi sono cambiati; sentivo la necessità di indagare più a fondo queste motivazioni attraverso gli strumenti del documentario.

Un secolo fa, l’Italia esportava braccia da lavoro, soprattutto dal Meridione; oggi parliamo di una versa e propria diaspora accademica e professionale, di una perdita secca, per il nostro Paese, in termini economici e di capitale umano. Nessuno mi sembrava sottolineare adeguatamente la gravità di questa ‘ferita aperta’, o indagare in modo non generico nel grosso flusso di questi esilii forzati di giovani uomini e giovani donne, che sanguinano – letteralmente - fuori dai nostri confini, senza trovare un biglietto di ritorno. Sentendo l'esigenza di dar voce a questi testimonianze con gli strumenti a mia disposizione, quelli del documentarista, ho deciso di produrre questo progetto in modo indipendente, partendo subito alla ricerca dei protagonisti, senza aspettare di trovare un produttore.

EVOLUZIONE il crowdfunding e i media internazionali

Dopo la prima fase di ricerca, realizzata in modo indipendente e senza finanziamenti, il progetto è stato selezionato ufficialmente agli ITALIAN DOC SCREENINGS 2012 di Firenze, il più importante pitching di documentari in Italia. Grazie ai temi trattati, il progetto suscita l’attenzione di media nazionali (RAI 3, Radio24, La Stampa, Internazionale, Rai World) ed internazionali (BBC UK World News e The Guardian) che ne hanno scritto e parlato.

Questo interesse ha fatto sì che la campagna di crowdfunding lanciata su Indiegogo prendesse vita e corpo, per permettere finanziariamente il proseguimento delle riprese e del film. Abbiamo raccolto 3000 dollari, prima che una produttrice americana, Beth Di Santo, prendesse a cuore il tema e decidesse di finanziarne la post produzione e la distribuzione negli USA, dove abbiamo girato l’ultima tappa delle interviste all’estero, a New York. Oggi, il documentario è finito ed è in fase di distribuzione attraverso festival e circuiti d’autore.

Il film è stato selezionato agli Italian DOC Screenings (il più importante showcase di progetti documentari in Italia), al Festival del Cinema Europeo 2014 , al Madrid International Film Festival 2014 dove ha vinto il Premio come Miglior Documentario Straniero.

Altre selezioni sono state Ischia Film Festival 2014, Premio Libero Bizzarri – Italia Doc 2014, è risultato finalista al Premio Nazionale Roberto Gavioli per il film documentario. Ha vinto come Miglior Documentario al VIFF 2014, al Foggia Film Festival 2014 presieduto da Sergio Rubini, al Social World Film Festival 2015 ed al Salento Finibus Terrae 2015

Infine, il final cut in Italia, dove è stato anche girato il finale del film: un finale aperto, che lascia una speranza verso il futuro e in cui lo spettatore, che ha viaggiato con noi, può ritrovarsi a riflettere e giudicare da sè quel che ha visto e udito in tutte le tappe, in un momento liberatorio, dopo tanta incertezza. Emerge una generazione delusa, ma sicuramente non rassegnata.

Oggi il documentario è finito ed è in fase di distribuzione attraverso festival e circuiti d’autore.

Ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria al Trani International Film Festival 2014, selezionato al RIFF Awards 2015, a Sguardi Altrove Film Festival 2015, al Voghera Film Festival 2015, al Versus Festival 2015. All’estero al South Easter Film Festival 2015 (USA), allo Scarborough Film Festival – con il supporto di HotDocs (Toronto, Canada), all’International Gold Panda Award for Documentary (Cina).
E’ stato inoltre selezionato al Festival del Documentario d’Abruzzo 2015, al SiciliAmbiente Documentary Festival 2015, al Salento International Film Festival 2015, al Clorofilla Film Festival 2015, a Vicoli Corti 2015 dove ha vinto il premio per la Miglior Colonna Sonora, all’Ariano International Film Festival 2015, all’Artelesia Film Festival 2015 dove ha vinto il Premio per la Miglior Regia a Brunella Filì.

I protagonisti

Un vivace road-movie attraverso le maggiori città europee, che dipinge allo stesso tempo un agrodolce ritratto del nostro amatoodiato Paese, visto dall’esterno: che ne è di questa Italia? E’ solo un paese che allontana i propri giovani, che non investe nel loro futuro, costringendoli a guardarla con rimpianto e nostalgia da lontano?
O è ancora possibile immaginarsi un futuro qui?

Oltre ai protagonisti, che ci racconteranno le loro esperienze da Vienna, Parigi, Bergen, Londra, New York e Tenerife, sarà un narratore esterno e straniero, Bill Emmott (ex direttore de The Economist), a tenere il filo rosso che collega le storie attraverso le sue riflessioni.

Note di regia

“Il film nasce dall’urgenza di un approfondimento non generico sulla diaspora e le sue conseguenze, ascoltando i diretti interessati, sul posto, dando loro voce. Cos’è successo all’Italia? È così difficile immaginare un futuro qui? Parigi, Londra, New York, Bergen: poli d’attrazione dove ricomporre i pezzi di una realtà professionale e culturale in conflitto con le proprie aspirazioni e meriti; giovani esistenze in esilio, alla ricerca di un’identità generazionale smarrita fra i problemi di un paese economicamente e civilmente fermo. Recuperare queste voci lontane è un punto necessario da cui far partire una riflessione sincera sui nostri anni e su quelli che verranno” (Brunella Filì, autrice).

Chi

Anna, Milena, Marco, Mauro, Camilla, Francesca, Martina. E tanti altri giovani cittadini italiani residenti all’estero. Sono i testimoni presenti nel documentario, con le storie più coinvolgenti, le personalità più particolari, le esperienze di nuova migrazione più rappresentative del nostro Paese.

Quando

Sono tutti giovani under 40, ovvero una generazione che sta letteralmente sanguinando fuori dai nostri confini. Sono la generazione ‘Europa’, professionisti con la valigia, i nuovi migranti di alto profilo. In Italia sono stati definiti ‘la generazione perduta’.

Perche'

Una ricerca per cercare di comprendere cosa significa per le nuove generazioni vivere in un paese straniero. Quali le ragioni, quali le conseguenze. Cosa cambia dopo la partenza. Cosa vuol dire essere italiani fuori dall’Italia. E chiederci che Italia vogliamo per il nostro futuro.

Dove

In tutta Europa e non solo, perchè i giovani italiani sono tanti e sono dovunque. In questo viaggio a tappe li abbiamo raggiunti in AUSTRIA, FRANCIA, SPAGNA, NORVEGIA E REGNO UNITO. Ma altri ci aspettano oltre Oceano, a New York.

Come

Li abbiamo trovati, sono tanti. Abbiamo chiesto loro di parlarci di se’, di raccontarci come sono finiti fuori dall’Italia e perchè. Abbiamo ascoltato le loro voci e ragioni; abbiamo vissuto intere giornate con loro, condividendone le ore di lavoro, le difficoltà quotidiane, le soddisfazioni, le piccole vittorie, le nuove conoscenze, le speranze future; abbiamo appreso con loro com’è davvero per un italiano adattarsi a vivere lontano dalla propria terra, dalla famiglia, dalle tradizioni, dal buon cibo, dal bel clima dell’Italia, in cambio di migliori possibilità.

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